Bayreuth in stile Bollywood
Bayreuth Baroque Opera Festival: Alessandro nell'Indie di Leonardo Vinci
Max Emanuel Cencic celebra il ‘Mondo alla roversa’ al Bayreuth Baroque Opera Festival. La prima ripresa in tempi moderni di Alessandro nell’Indie di Leonardo Vinci (7-11 settembre, Markgräfliches Opernhaus), successo memorabile al Teatro delle Dame di Roma nel carnevale 1730, vede sulla scena solo uomini come per il veto alle donne di Papa Innocenzo XI (scelta filologica) ma alla direzione una donna (quota rosa?).
Spettacolo fantasmagorico. È il kitsch multicolore straripante di strass in stile Bollywood evoca i profumi dell’India che incontra il barocco: un oriente lontano, immaginifico ed immaginario, zona franca dove regole e morale sono altre. Dove tutto è lecito. Come nel Royal Pavillon di Brighton in stile Moghul. Celebri erano le feste, piuttosto i festini, di Giorgio IV. Ecco l’idea di un teatrino dove tutto accade alla corte di Alessandro spettatore e protagonista come Giorgio IV. Cencic è vulcanico: mitraglia a raffica idee e trovate al limite tra drag queen e Cage aux folles. Stupire come nel barocco. Possibile solo con un cast che di lusso è dir poco. Poro (Franco Fagioli) un po’ al di sotto delle aspettative, comunque iconico. Alessandro frou frou di Mayan Licht, Timagene (Nicholas Tamagna), Scarpia ante-litteram. Bravo Stefan Sbonnik (Gandarte). Tutti, dico tutti, frequentano l’agilità in souplesse con acuti sicuri e luminosi. I due ruoli en travesti: Cleofide (Bruno de Sà) ed Erissena (Jake Arditti). Ineguagliabili! Si cade sempre nella trappola: voci femminili per timbro ed estensione. Gli acuti più infidi gli fanno un baffo! Che non siano donne?
La regia vive delle capacità attoriali di tutti spesso chiamati alla danza (coreografie made in India di Simon Rudra). Ottima dizione in italiano. Sottotitoli inutili.
La partitura è il pretesto per il virtuosismo vocale ma la bacchetta, piuttosto l’archetto (Martyna Pastuszka dirige al… violino) fa da spalla alla testa di (Ho!) Orkiestra in residenza, che sempre incoraggia ed appoggia il virtuosismo funambolico dei protagonisti.
Serata memorabile. Raffica di gragnole di applausi a scena aperta. Le quasi cinque ore scorrono via in un lampo. Lo si può vedere su Arte
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Federico Maria Sardelli e il sopranista Bruno de Sá per un programma molto ben disegnato, fra Sturm und Drang, galanterie e delizie canore, con Mozart, da giovanissimo a autore maturo, come filo conduttore